.
La necessità di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici è alla base di varie strategie di decarbonizzazione che stanno investendo anche l’industria chimica. L’articolo illustra prospettive e problemi irrisolti dell’uso del bio-etanolo come materia prima per la produzione dell’etilene e, in definitiva, come intermedio chiave della chimica organica industriale dei prossimi decenni.
Per evidenziare il contributo della chimica al progresso tecnologico, IUPAC seleziona annualmente le “Top Ten Emerging Technologies in Chemistry”: dieci innovazioni che offrono soluzioni rivoluzionarie alle principali sfide globali. In questo articolo, i 10 Young Observer italiani (https://www.iupac.cnr.it/it/young-observers) presentano e discutono le tecnologie emergenti selezionate per il 2024.
Il Prof. Scrosati lascia un’impronta indelebile nelle scienze chimiche e nelle tecnologie elettrochimiche di accumulo e conversione dell’energia, in particolare nella ricerca sulle batterie al litio. I suoi studi pionieristici su nuovi materiali, sia elettrodici che elettrolitici, hanno portato allo sviluppo di batterie più efficienti e durature, rivoluzionando lo scenario energetico. La sua passione per la ricerca e la sua straordinaria capacità di insegnamento hanno ispirato generazioni di ricercatori.
I sistemi elettrochimici di accumulo e conversione di energia, non solo le batterie ma anche la combinazione tra elettrolizzatori e celle a combustibile, sono tra le tecnologie strategiche per le transizioni energetica e digitale dell’Unione Europea che richiedono una vera e propria transizione anche nell’approvvigionamento di materie prime sempre più diversificate e difficili da reperire.
Sostenibilità ed innovazione sono le parole chiave che descrivono la strategia di FAAM nel produrre batterie con il minimo impatto socio-ambientale. La scelta di commercializzare batterie assemblate con elettrodi preparati attraverso processi acquosi, ridotto contenuto di sostanze perfluoroalchiliche (perfluoroalkyl substances - PFAS) e basati sulla chimica LiFePO4 (LFP) rende FAAM un protagonista nella transizione energetica europea.
Le batterie al litio (LIB) sono presenti ormai in tutti gli oggetti di uso comune e rappresentano una delle tecnologie abilitanti più promettenti per la transizione energetica. La loro rapida diffusione, unita alla presenza di materiali considerati critici, sta spingendo le aziende a sviluppare processi virtuosi per il loro riciclo ed implementare così una catena chiusa del loro valore.
Il grande successo della sessione tematica “Industry & Technology Transfer”, tenutasi durante il congresso nazionale SCI 2024, ha stimolato il Comitato di Redazione a proseguire nello sforzo e, a partire dal prossimo numero della rivista e nel corso del 2025, verrà trattato questo argomento con un articolo dedicato.
Per alcuni processi di bonifica di terreni contaminati da idrocarburi, può essere utilizzata la tecnologia del desorbimento termico, con la quale si intende il processo con cui la matrice contaminata viene sottoposta ad un riscaldamento che permette la migrazione in fase gassosa dell’inquinante organico, con successivi trattamenti dell’effluente gassoso. Il desorbimento termico consente di trattare una vasta gamma di contaminanti organici anche con alte concentrazioni in ingresso e garantisce un’elevata efficienza di rimozione.
The ESTELLA project aims to develop and produce sustainable thermoset epoxy composites, impacting the entire materials value chain, in particular by introducing covalent adaptable networks (CAN) in fossil- and bio-based matrices and fibres following the Safe-and-Sustainable-by-Design (SSbD) approach. This approach will enable the recycling of epoxy composites and redefine all manufacturing and recycling processes.
L’attività di ricerca per la quale ho ricevuto il “Premio Miglior Tesi di Dottorato 2024”, conferito dalla Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana, si è focalizzata su progettazione, sintesi e valutazione biologica di ligandi bitopici per i recettori cannabinoidi (recettori CB). Questo lavoro è stato condotto durante il mio dottorato presso l’Università di Pisa, sotto la guida della prof.ssa Clementina Manera.
Nel riciclo chimico delle plastiche miste un prodotto secondario che si ottiene è il “char”. Si tratta di un materiale solido, con forma fisica polverulenta/granulare, di composizione chimica variabile costituita da una componente carboniosa ed una inorganica. Nel presente articolo viene descritto un processo atto alla sua trasformazione in materia prima utilizzando anche anidride carbonica prodotta in cicli industriali.
L’attività legata alla Medaglia Gian Paolo Chiusoli assegnata dalla Divisione di Chimica Industriale e dal Gruppo Interdivisionale di Catalisi della Società Chimica Italiana ha riguardato la sintesi, la caratterizzazione e l'impiego di catalizzatori preparati ad-hoc in reazioni di interesse industriale e l’ottimizzazione di processi catalitici rivolti alla valorizzazione di biomasse, incluse quelle di scarto, ponendo sempre grande attenzione alla sostenibilità.
L’attività di ricerca per cui mi è stata conferita la “Medaglia Giacomo Ciamician 2024”, dalla Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana, ha riguardato la progettazione e lo sviluppo di nuove trasformazioni organiche catalitiche atte ad affrontare problematiche irrisolte nella chimica di sintesi.
L’attività di ricerca riconosciuta con il “Premio per la Ricerca Scientifica Junior 2024 - Chimica organica per le scienze della vita”, conferito dalla Società Chimica Italiana - Divisione di Chimica Organica, ha riguardato lo sviluppo di agenti chelanti polidentati per ioni metallici trivalenti. Questi composti presentano applicazioni di grande rilievo sia in ambito biomedico, per la diagnostica e la terapia, sia per lo sviluppo di sistemi catalitici innovativi.
L’attività legata al Premio Junior alla Ricerca 2024 per la “Chimica organica per lo sviluppo di processi e prodotti nell’industria”, conferita dalla Divisione di Chimica Organica della SCI, ha riguardato la gestione in sicurezza di reattivi e intermedi di sintesi contenenti azidi, con focus sull’industria farmaceutica. Sulla base dell’esperienza pluridecennale di Dipharma, abbiamo redatto e proponiamo qui un breve vademecum su questa tematica.
In chimica polaritonica, la luce, o meglio i suoi fotoni, vengono utilizzati come nuovi strumenti non intrusivi per modificare le proprietà delle molecole e dei materiali. Reazioni chimiche che in condizioni normali avvengono con una certa velocità possono essere velocizzate, inibite o dirette verso prodotti specifici se fatte avvenire all’interno di dispositivi ottici opportunamente progettati. Questo settore, ancora in piena evoluzione, si propone come una tecnica innovativa per la manipolazione della materia senza ricorrere a modificazioni chimiche del sistema.
Il presente lavoro tenta di ricostruire gli aspetti biografici e scientifici di uno dei meno noti discepoli di Ugo Schiff. Nel quadriennio 1911-1914, Mario Mayer (1888-1917) fu assistente di Schiff presso l’Istituto di Chimica dell’Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento a Firenze.
Questa nota descrive alcune caratteristiche dello stato ambientale, con considerazioni ed ipotesi di intervento, relative ad un’area amministrativa della città di Napoli (Municipalità 6) collegata al Sito di Interesse Nazionale di Napoli Orientale. L’analisi si sofferma su suolo, acque sotterranee ed aria.