Per celebrare i cento anni della nascita de La Chimica e l’Industria, rivista che è l’organo ufficiale della Società Chimica Italiana, è stato organizzato dal Comitato di Redazione un convegno dal titolo “La Chimica e l’Industria (1919-2019). Cent’anni al passo con l’innovazione tecnico-scientifica”.
L’evento si è svolto nella sala Morandi del Palazzo FAST, dove ha sede la redazione scientifica, ed è stato supportato da Mapei, Fondazione Oronzio e Niccolò De Nora, Società Chimica Italiana, SCI-Divisione di Chimica Industriale e SCI-Sezione Lombardia.

In questa nota sono riportati i titoli di lavori pubblicati nel 2001 e 2002 sulla nostra rivista da parte di ricercatori e consulenti industriali, accompagnati dal nome della loro azienda, e il titolo di alcuni miei articoli dedicati nel corso degli anni al polo chimico di Marghera, alla Direttiva Reach ed ad altri settori industriali.

L’obbiettivo dello sviluppo sostenibile, che include il concetto di green chemistry, è relativamente recente, ma alcune importanti tematiche relative a questi argomenti, erano presenti nella letteratura scientifica a partire da molti anni prima. Un articolo del 1919 pubblicato sul Giornale di Chimica Industriale riporta alcuni interessanti spunti che, a distanza di 100 anni, sono ancora attualissimi e meritano una rilettura critica.

La tavola periodica è stato il vero strumento della creatività della natura e dell’uomo ed è alla base di una grandiosa crescita della popolazione mondiale e della ricchezza. Lo sfruttamento di queste basi materiali dello sviluppo ha prodotto competizione e guerre nei secoli passati. A causa dell’aumento di domanda di energia e di prodotti strategici il fenomeno è destinato ad acuirsi nel futuro prossimo.

Nell’anno dedicato alla Tavola Periodica degli Elementi (IYPT 2019), il sistema di Mendeleev viene talvolta presentato come il risultato prodigioso di uno sforzo individuale o peggio di un sogno notturno, benché la realtà storica sia ben diversa. La ricerca di un metodo di classificazione dei corpi semplici, motivata da nuove scoperte e intenti pedagogici, risale ai primi decenni del secolo XIX. Qui è riportata una panoramica dei principali contributi.

Il lungo e travagliato percorso verso la determinazione dei pesi atomici degli elementi riflette le difficoltà incontrate nel comprendere e descrivere la composizione microscopica della materia. Tra l’ipotesi atomica di Dalton e il metodo semplice e certo di Cannizzaro per calcolare, dai dati sperimentali, i pesi atomici corretti, è trascorso più di mezzo secolo.

A partire dalla fine del XVIII secolo i chimici si sono interrogati su quanti elementi ci siano e su come ordinarli. È interessante riscoprire il ruolo delle tecniche fisiche e chimiche per l’analisi e la separazione degli elementi. In questa nota saranno presi in considerazione solo i metodi chimici. Questi possono essere suddivisi in quattro categorie: analisi chimica per via umida, elettrolisi, cristallizzazione frazionata e resine a scambio ionico. Questi argomenti saranno analizzati in maniera più approfondita e discussi separatamente.

In questo lavoro, oltre a prendere in considerazione il rapporto del sistema periodico degli elementi sia con la teoria classica sia con quella quantistica della valenza chimica, si è fatto anche ampio riferimento alle condizioni di localizzazione di Friedrich Hund che sono ancora oggi valide.

Nel 150° anniversario della pubblicazione da parte di Dmitrij Mendeleev della Tavola Periodica degli Elementi, la discussione sulla periodicità delle proprietà degli elementi chimici e sulla sua forma grafica più rappresentativa è viva e vibrante.

Si ripercorrono le tappe principali delle ricerche sulle trasmutazioni degli elementi, a partire dall’elaborazione della tavola periodica a parte di Dmitrij Ivanovič Mendeleev, passando attraverso la scoperta della radioattività naturale, la realizzazione della prima trasmutazione artificiale e la connessa scoperta del protone, per arrivare fino alla scoperta della radioattività artificiale indotta da particelle alfa e da neutroni.

La moderna tecnologia impiega virtualmente tutti gli elementi stabili della tavola periodica, ma spesso vengono usati una sola volta. Per molti elementi, il riciclo a fine vita è inesistente, vincolando il progresso sulle sole fonti naturali. Un miglioramento nell’uso delle risorse richiede una comprensione approfondita del “metabolismo antropogenico” in uno sforzo congiunto tra politica, industria e ricerca.

Siamo nel 2019, anno internazionale della Tavola Periodica degli Elementi. Per questa occasione, il Gruppo Interdivisionale della “Diffusione della Cultura Chimica” (Società Chimica Italiana) con il supporto di ChemistryViews.org ha promosso la competizione “1000xChemistry” riservata agli under-35 amanti delle scienze chimiche. La scrittura di brevi saggi divulgativi che riguardassero la chimica ha evidenziato una forte partecipazione ed il vincitore ha ricevuto come parte di premio il testo edito da Wiley-VCH dal titolo World of the Elements - Elements of the World scritto da Hans-Jürgen Quadbeck-Seeger. Ve lo raccontiamo!

La scarsità di acqua che affligge il nostro pianeta sta diventando un problema di primaria importanza, anche a causa del costante inquinamento delle risorse idriche. Per far fronte a questa situazione è necessario sviluppare nuove soluzioni che permettano la rimozione degli inquinanti emergenti: nuovi materiali, economici ed eco-compatibili, che trattengano sulla loro superficie gli inquinanti, permettendo così un’efficace depurazione dell’acqua inquinata.

Dopo una breve rassegna delle eccezionali proprietà dei sistemi catalitici scoperti da Giulio Natta e delle numerose strutture poliolefiniche derivate, il presente lavoro descrive alcuni processi che, sviluppatisi successivamente, ma ispirati sempre dagli studi di Natta, permettono di formulare e produrre una serie di nuovi materiali strutturalmente complessi (eterofasici) in cui le poliolefine continuano a giocare un ruolo essenziale grazie alle loro versatili proprietà termomeccaniche.