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A tre anni dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’, a due anni dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi (4 novembre 2016) e alla vigilia del vertice COP 24 che si terrà a Katowice in dicembre, la transizione energetica fa forti progressi nonostante le turbolenze politiche ed economiche e gli ostacoli posti dalle compagnie petrolifere e dai giganteschi interessi economici che sono in gioco.
Con l’abolizione degli accordi di Bretton Woods (1971) finiva il conio di valuta in oro. Non finiva però la necessità di conoscerne il titolo in un manufatto e di separare l’oro dagli altri metalli. I metodi ora in uso sono un affinamento di quelli alchemici del Quattro-Cinquecento.
Le proprietà catalitiche dei metalli nobili sono note da tempo, ma solo dalla seconda metà del secolo scorso il loro impiego ha acquistato un ruolo significativo nello sviluppo delle produzioni industriali di grande scala. Essi riguardano i processi di cracking e reforming, intesi a migliorare le prestazioni dei carburanti, la sintesi di intermedi ossigenati dagli idrocarburi insaturi ottenuti dal petrolio e la tutela dell’ambiente mediante l’impiego delle marmitte catalitiche. Tutto ciò fruendo di informazioni sperimentali, in attesa che l’applicazione di metodi di calcolo, sempre più potenti, alle teorie molecolari, permettano di fare previsioni affidabili sull’impiego dei metalli nobili e loro leghe in nuovi processi catalitici.
Fritz Haber alla fine della prima guerra mondiale si occupò del progetto di recuperare l’oro dall’acqua di mare, con lo scopo patriottico di contribuire così al pagamento delle enormi riparazioni di guerra richieste alla Germania. Dopo alcuni anni di ricerche egli abbandonò l’impresa in quanto si convinse che la quantità d’oro presente nei numerosi campioni esaminati era molto inferiore a quella necessaria per rendere redditizia l’estrazione.
La scoperta, l’estrazione e la tecnologia dei metalli del gruppo del platino sono un fertile campo di studi per gli storici della chimica. Un aspetto singolare della storia del platino e del palladio fu la segretezza che circondò le procedure sviluppate da William Hyde Wollaston e Smithson Tennant all’inizio del 19° secolo, probabilmente a causa dei vantaggi economici attesi.
In questo articolo vengono brevemente presentati i nanocluster molecolari dei metalli nobili. Questi possono essere descritti come delle nanoparticelle metalliche ultrapiccole (diametro <3 nm) perfettamente definite per quanto riguarda composizione, struttura e proprietà. Tali nanocluster rappresentano un punto di incontro tra la chimica dei cluster molecolari e dei colloidi e la nanochimica.
I metalli preziosi si ritagliano un posto di grande rilievo nel mercato del riciclo dei materiali grazie al loro elevato valore economico. L’articolo è incentrato sulla loro attività di recupero a partire dagli scarti di lavorazione orafe con una breve digressione concernente il distretto orafo aretino.
La sempre crescente richiesta di catalizzatori a base di metalli nobili sul mercato globale ha favorito lo sviluppo di nuovi approcci per la sintesi di catalizzatori altamente efficienti. In questo contributo è descritta la tecnica di metal vapour synthesis (MVS) per la sintesi di catalizzatori supportati, fornendo alcuni recenti esempi di catalizzatori a base di metalli nobili (quali palladio e platino) ed il loro impiego in reazioni organiche selettive di interesse in chimica fine.
Nelle raffinerie di metalli preziosi, al termine di tutti processi di estrazione, rimangono in soluzione tracce minime di oro, argento e altri metalli che la chimica moderna sta cercando di recuperare, in modo da non perdere materiale ad alto valore. In contemporanea, la ricerca si occupa del recupero di materiale fino ad ora poco considerato, quali metalli meno nobili (selenio e rame), e sali (nitrato di sodio) in modo da scaricare acque reflue che non solo rispettano i limiti ambientali, ma che possono saltare la fase di post-trattamento in impianto di depurazione.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi progressi nell’ambito delle nanotecnologie, grazie ai notevoli sviluppi dei metodi di sintesi, della manipolazione e della ingegnerizzazione dei nanosistemi. Le nanoparticelle di oro hanno giocato un ruolo cruciale in questi avanzamenti, in virtù delle singolari proprietà ottiche, elettroniche e chimico-fisiche. Sfruttando tali caratteristiche, le nanoparticelle di oro sono state ampiamente utilizzate in molti campi della nanomedicina, diventando a pieno titolo i candidati più innovativi come futuri agenti terapeutici e diagnostici.
L’impiego e l’utilizzo di accumulatori agli ioni-litio a livello mondiale è in continuo aumento. L’utilizzo di materiali biodegradabili, di facile reperibilità e a basso costo come il glucosio, rappresenta uno degli aspetti più vantaggiosi legati al recupero idrometallurgico dei metalli da batterie esauste.
È stata effettuata un’analisi sperimentale e di processo per il recupero delle terre rare dalle lampade fluorescenti esauste. Le prove sperimentali hanno avuto come obiettivo quello di massimizzare il recupero del terbio, che rispetto alle altre terre rare ha un elevato valore economico. Il processo è costituito da un trattamento termico, un trattamento idrometallurgico, una successiva separazione selettiva tramite l’utilizzo di estraenti organici.
Nel giugno 1918 si spegneva a Torino il chimico Icilio Guareschi e pochi mesi dopo si concludeva la Prima Guerra Mondiale, un evento che aveva scosso la sua coscienza di scienziato.